Ha del paradossale il contenuto
della lettera delle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, che non perdono
occasione per attaccare il nuovo consiglio di amministrazione del Centro Servizi Anziani , dichiarando alla
stampa che nulla è cambiato nella gestione della casa di riposo di Adria.
Una verità che è venuta fuori nel corso della riunione del 15 luglio alla
sala Caponnetto, quando il CDA
presieduto da Simone Mori ha incontrato i famigliari degli ospiti della
struttura di riviera Sant’Andrea.
Tra gli argomenti trattati al punto
dell’ordine del giorno i contenuti della riunione del 14 maggio scorso, nel corso
della quale i vertici del Consiglio di Amministrazione hanno informato le sigle
sindacali dello sforamento di 387mila euro del fondo delle risorse decentrate.Un dato che esce dalla ricostruzione di una ricognizione del salario accessorio e fondo risorse decentrate, eseguita da uno studio esterno, su richiesta del direttore Badiale e per volere del CDA.
Una notizia che di fatto ha bloccato l’iter per convocare i sindacati dei lavoratori per
formulare il contratto decentrato.
“Una ricostruzione che aveva portato alla
luce, attraverso due relazioni che ci sono arrivate il 4 di maggio, -spiega il
presidente Simone Mori- in cui sostanzialmente veniva evidenziato uno
sforamento del fondo delle risorse
decentrate di oltre 387mila euro. In
pratica significa che dal 2016 al 2018 si è accumulato uno sforamento del fondo delle risorse decentrate di 387mila
euro. Tre anni nel corso dei quali sono stati elargiti degli emolumenti che non
erano dovuti, e questo ha creato lo
sforamento del fondo. Una cifra che l’ente doveva recuperare richiedendola ai lavoratori”
Un fulmine a ciel sereno. “Saputo del problema e decisi a non toccare un
centesimo dalle buste paga dei lavoratori-spiega Mori- abbiamo incontrato i sindacati e i capi gruppo delle forze di minoranza che
compongono il consiglio comunale, per informarli sul problema
”.
Lo abbiamo fatto per una questione
di trasparenza e per capire quale potesse essere la soluzione migliore –prosegue
Mori-. Abbiamo dato un mandato molto preciso al direttore che era quello di risolvere il debito che i
lavoratori avevano con la struttura. Due le possibilità di risoluzione per non
toccare gli stipendi dei lavoratori. La
prima, quella di spalmare la cifra da
restituire a rate, per i prossimi cinque anni. La seconda, quella in cui il
direttore ha scritto e firmato un decreto dirigenziale. Un documento in cui sostanzialmente
si azzerava il debito”
.
“I sindacati sapevano tutto, non sapevano le ultime cose per delicatezza di
un’opera di risoluzione di un problema , che altrimenti sarebbe stato un
problema cospicuo .Un caso che di fatto si traduceva in un danno erariale
“ L’aver fatto la scelta di trovare
e risolvere il problema ci permette di
poter affrontare il futuro per il contratto
decentrato a cui stiamo capendo quanto
sarà la parte variabile per comunicarla
ai sindacati e sarà fonte di discussione per attuare quei progetti, che possono
dare delle indennità ai lavoratori. Indennità che vengono incluse all’interno
dei progetti. –spiega Mori-Progetti che
vengono fatti, in due parti: la prima che riguarda i nuclei della struttura e
una parte che riguarda
progetti che interessano ogni singolo lavoratore,in maniera da riuscire
ad arrivare a creare la possibilità di
poter dare dei premi e guardare il
futuro in maniera totalmente diversa”
.
.”.A fronte di questo , con la decisione del decreto di fine giugno, ci
siamo presi ancora un mese, per fare il punto della situazione dell’ente , con
la previsione da qui e nei prossimi mesi, monitoreremo mese per mese con lo
scopo di andare a rimpinguare la variabile che spetta al Cda
e aggiungere la parte fissa del salario accessorio.
Per chiarire. Il contratto decentrato è formato da una serie di accordi che
vengono presi all’interno dell’ente per la creazione di progetti per poter dare delle gratificazioni
economiche ai lavoratori. Una volta si parlava di premi a pioggia ,oggi non è
più previsto. Ad oggi vanno realizzati dei progetti che prevedono degli obiettivi comuni e specifici per il
lavoratore. Questa cosa ti permette di
fare una serie di considerazioni e
mettere in campo determinati soldi, che
sembravano persi. La progettualità è la via di uscita da questa empasse, perché purtroppo il contratto nazionale mettendo dei
determinati paletti anche nelle
indennità , che vanno da un euro a dieci
euro al massimo da erogare e non di più. Se vogliamo passare a quello che
riguarda il contratto nazionale dobbiamo
fare il contratto decentrato che è unilaterale. Un contratto sottoscritto dal
solo direttore , per fare progetti e
dare soddisfazioni che tutti stanno aspettando da anni. Una situazione delicata”.
“Stiamo arrivando a chiudere le
pagine del passato per scriverne di nuove, prendendo in mano cose ferme da anni.In
tutto questo,-conclude Mori- è bene ricordare
che nell’aprile del 2022 non è lontano per la scadenza del cpi.”
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