Pagine

lunedì 20 marzo 2017

MINACCIA LA FIDANZATA CON PISTOLA GIOCATTOLO: DENUNCIATO GIOVANE DI PORTO VIRO DAI CARABINIERI DELLA COMPAGNIA DI ADRIA

Ieri sera, i Carabinieri della Compagnia di Adria hanno effettuato, a Porto Viro, un servizio straordinario di controllo del territorio, con finalità principalmente preventive per il contrasto dei reati predatori e per disincentivare le condotte di guida pericolose per la sicurezza stradale. In aggiunta alle normali pattuglie in circuito, sono stati dispiegati ulteriori 8 equipaggi del nucleo operativo e radiomobile e delle Stazioni, per un totale di 16 militari in più sia in divisa sia in borghese: in tal modo è stata utilizzata una forza d’urto aggiuntiva che ha consentito di stringere le maglie dei controlli a Porto Viro e nei dintorni, identificando numerose persone e sottoponendo a verifica oltre 50 automezzi. A ciò si sono aggiunte mirate verifiche a sei esercizi commerciali e pubblici, ove non sono stati avanzati rilievi, e sono stati altresì sottoposti a controllo pregiudicati gravati da misure di prevenzione. Nel corso del servizio serale sono state denunciate 8 persone: in particolare la Stazione di Porto Viro ha denunciato una coppia di etnia rom perché in seguito a controllo stradale veniva rinvenuta all’interno del furgone refurtiva provento di un furto su autovettura effettuato poco prima. Per tale ragione i due sono stati denunciati in stato di libertà per furto aggravato. Una pattuglia della Radiomobile ha denunciato un 60enne vietnamita per produzione e spaccio di sostanze stupefacenti in quanto trovato con 13 grammi di marijuana mentre la successiva perquisizione a casa permetteva di rinvenire 17 piante di marijuana appena germogliate nonché bilancino e materiale per il confezionamento. Un’altra pattuglia interveniva e denunciava a Porto Viro un ragazzo del luogo per aver minacciato di morte con una pistola giocattolo la propria fidanzata. Nel corso del servizio sono state inoltre ritirate 2 patenti nei confronti di altrettante persone. Per un ragazzo di Porto Tolle è scattata la denuncia per guida sotto l’effetto di stupefacenti mentre per un altro ragazzo, sempre di Porto Tolle, è scattata la denuncia ed è stato ritirato il documento di guida perché guidava in stato di ebbrezza (1.42 il limite). Nel corso del servizio è stato segnalato per uso di sostanze stupefacenti un ragazzo di Porto Viro perché trovato in possesso di una dose di cocaina. A seguito dei controlli su strada sono state altresì contestate varie violazioni al codice della strada dalle pattuglie dell’Arma ad alcuni automobilisti indisciplinati, per condotte di guida pericolose. Sono stati anche denunciati due ragazzi, un marocchino ed un croato, per guida senza patente dal momento che guidavano un veicolo senza aver mai conseguito la patente.

martedì 14 marzo 2017

DISAVVENTURA PER LA CONSIGLIERA BARTELLE ALL'OSPEDALE DI ADRIA

La consigliera regionale del M5S Patrizia Bartelle racconta una disavventura sanitaria accadutale lunedì all'ospedale di Adria. «Nella nottata di lunedì ho avuto qualche problema fisico. Alle 6,30 mi sono recata al pronto soccorso di Adria, dove sono stata immediatamente presa in carico. Il medico di turno inizia a visitarmi e dopo pochi secondi mi molla sulla barella, per salire in ambulanza, in quanto era previsto il recupero di un codice rosso ed i medici del pronto soccorso fanno anche questo. L'infermiere supplisce a questa assenza portandosi avanti con il lavoro di prelievo dei campioni ematici. Arrivano le 8 e vengo inviata al servizio radiologico, seduta in una sedia a rotelle. Qui va tutto bene in quanto un operatore si trova quasi subito per l'accompagnamento. Immediata anche l'esecuzione delle radiografie. Più difficoltoso il rientro in pronto soccorso in quanto gli operatori sono pochi ed utilizzati per molte incombenze. Rientro in pronto soccorso, e qui inizia il vero calvario: «Dove la mettiamo?». Sempre seduta nella sedia a rotelle. Stavo per essere collocata nella sala d'aspetto del pronto soccorso in mezzo a decine di persone vocianti. Ho chiesto ed ottenuto di rimanere all'interno del reparto astanteria, in situazione più consona a chi riveste già il ruolo di ricoverato/ammalato preso in carico. Peccato che non si sapesse dove mettermi: le poche stanze adibite ad OBI, con due posti letto, ospitavano già due o tre barelle con evidente difficoltà di ossigenazione. Ovviamente la fantasia e professionalità dell'operatore ha trovato la maniera di infilarmi tra i letti e le barelle.
Nel frattempo ero sempre seduta nella sedia a rotelle che, posso assicurare, diventa di difficile sopportazione dopo 6 ore. Non puoi stenderti, nè sederti in maniera più comoda. Chiaramente azioni che un ammalato vorrebbe poter fare. Durante la distribuzione del pasto, al quale non "ero ammessa" e per il quale non avevo nessuna rivendicazione, ho chiesto una bottiglietta d'acqua. Non è possibile dare dell'acqua a chi non rientra formalmente nelle persone ricoverate in astanteria. Supplisce sempre l'operatore che arriva con un bicchiere d'acqua. Mi sono sentita umiliata come essere umano, che si reca con dolore in una struttura di pronto soccorso. Poco personale, poche barelle, pochi posti letto nei reparti dell'ospedale dove ricoverare le persone dell'astanteria. In un certo momento sono stata chiamata con l'appellativo di "cliente". Se fossi stata una cliente, avrei scelto d'andarmene in un'altra struttura, ma sono una persona ammalata, bisognosa di cure mediche, in questo momento. Questo è il disastro delle schede ospedaliere, che hanno tagliato posti letto in tutta la regione Veneto. Da utente mi sono fatta l'idea che si faccia troppo affidamento sul personale: siccome ci sono diversi medici/infermieri/operatori seri e con senso di responsabilità che suppliscono alle mancanze facendosi in 4, ci si adagia. Mi sembra manchi organizzazione e pianificazione efficiente (vista da utente, ripeto, e sulla base delle esperienze fatte). Questa è la vera ipocrisia di chi vuol raccontarci che abbiamo la sanità migliore del mondo. Ma a Zaia, e ai suoi assessori, questo non è mai successo?».

lunedì 6 marzo 2017

PATRIZIA BARTELLE (M5S): "LA REGIONE TAGLIA LA SANITÀ PUBBLICA E FAVORISCE QUELLA PRIVATA"


La consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Patrizia Bartelle, commenta così la manifestazione di sabato ad Adria riguardo il riassetto regionale delle Ulss: «Triste giornata quando ci si incontra per protestare, come è stato ieri ad Adria. Azienda Zero sta producendo i primi effetti, che alcuni cittadini e lavoratori stanno subendo sulla loro pelle. Azienda Zero sta accentrando servizi per produrre risparmi, per poter continuare ad erogare le stesse prestazioni socio sanitario, in tempi di magra. E come lo fa? Riducendo le figure apicali, e qui possiamo anche condividere, e non rinnovando appalti per servizi svolti da personale assunto tramite cooperative. Si mette ad appalto il servizio delle cucine, con la fondata possibilità, che possa vincerlo un colosso delle mense ospedaliere, che fornirà pasti pronti, con la perdita del personale che svolgeva tale mansione. In ambienti bene informati si vocifera possa essere La Serenissima, un colosso della ristorazione veneta, già in appalto a Rovigo. Queste manifestazioni si dovevano fare prima, non solo un anno fa, quando si stava approvando Azienda Zero, ma quando sono state fatte le schede ospedaliere, che andavano a tagliare posti letto negli ospedali pubblici, e che preservavano sostanzialmente i posti negli ospedali privati». Continua Bartelle: «La riforma della sanità veneta è un antipasto di ciò che sarà il nostro Veneto quando la Lega avrà maggiore autonomia, se quella che ha la sta usando per affamare i territori, non oso pensare con la possibilità di gestione in proprio altri servizi essenziali che succederà. Una Lega che da sempre vuol farci credere di essere dalla parte dei cittadini, ma forse la Lega del Polesine è meno importante di quella di altri territori». Di qui l'attacco al sindaco Barbujani: «Altri sindaci, altri consiglieri regionali leghisti, hanno ottenuto per il loro territorio, maggiori posti letto negli ospedali, sono riusciti ad ottenere una Ulss in più, solo facendo valere il loro peso politico all'interno del loro gruppo consiliare. Le maggiori città polesane sono governate da sindaci leghisti, la maggioranza dei comuni hanno sindaci espressioni di centro destra, e questa doveva essere una garanzia per questi territori. I casi sono due: o hanno avuto rassicurazioni poi tradite pure a loro, oppure non hanno un peso sufficiente per farsi rispettare. In ogni caso chiedo perché in piazza ad Adria il sindaco Barbujani, sostenuto dalla Lega sia stato abbandonato, proprio dalla sua forza sostenitrice. Il sindaco si è accorto che protestava contro la Lega? Una Lega che in passato ha avuto in consiglio regionale personalità come l'ex assessore Isi Coppola e Mainardi, molto vicini ai centri di comando, dove si decideva in quegli anni il futuro sanitario del Veneto. Hanno blindato le case di cura private, come quella di Porto Viro, ma non sono riusciti a salvare posti letti negli ospedali pubblici».

giovedì 2 marzo 2017

DIEGO CRIVELLARI: "ZAIA E LA LEGA UNICI RESPONSABILI DELLA PERDITA DI POSTI DI LAVORO ALL'OSPEDALE"

«Il presidente della giunta regionale Zaia scherza sulla salute dei polesani». Sono critici e diretti il parlamentare del PD Diego Crivellari e Mauro Grotto, impegnato da tempo in politica e neo iscritto al Partito Democratico. «Siamo passati in meno di un anno dalle ampie rassicurazioni a tutti i cittadini adriesi alla perdita dei servizi e di posti di lavoro. Un autonomismo ed un federalismo al contrario che dopo la scelta di accorpare le Asl lascia il segno con la riduzione degli occupati per l’ospedale di Adria».
Continuano i due: «Oltre la critica e la constatazione di chi possiede le vere responsabilità, abbiamo registrato un grande rammarico ed uno sconforto diffuso con l’escalation negativa di eventi che è culminata, tra le altre, con la chiusura delle cucine della struttura ospedaliera determinando perdite di posti di lavoro. Adria vive già una situazione generale alquanto fragile e non si può permettere di perdere un solo posto di lavoro. Ora è necessario che la Regione si faccia carico di quelle persone che oggi hanno perso il proprio lavoro a causa di questa situazione, dialogando con l’azienda sanitaria in vista del nuovo appalto per la fornitura dei pasti presso l’ospedale nel tentativo di reintegrare chi ha perso il lavoro. Se questa è l’autonomia che Zaia vuole e ha in mente allora –hanno sottolineato Crivellari e Grotto– rifiutiamo una simile offerta consapevoli che non è l’autonomia che i polesani ed i veneti hanno mai chiesto. Quello che non si capisce poi come possano ancor oggi il sindaco Barbujani e l’assessore Simoni rimanere politicamente vicini ad una forza che ha determinato tutto questo declino. Un’amministrazione comunale dovrebbe essere ricordata per le cose positive che ha fatto, non certo per la perdita di posti di lavoro».