A conclusione di indagini avviate alcuni mesi fa dai finanzieri del comando Provinciale di Rovigo, nella giornata di ieri le Fiamme Gialle hanno dato esecuzione ad un ordine di sequestro per circa 800mila euro, emesso dalla Procura della Repubblica polesana nei confronti di una start up operante nel settore ittico e trasformazione del pescato.
Esaminando i contributi ricevuti dai soggetti che hanno beneficiato del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, la tenenza della Guardia di Finanza di Adria hanno individuato una società - qualificatasi come “start up innovativa” - a forte contenuto tecnologico, nell’ambito della quale sono state rilevate diverse irregolarità nei requisiti di base necessari per poterla qualificare tale.
In particolare, i due rappresentanti legali che nel tempo si sono succeduti alla guida della start up, e un altro socio, avevano attestato falsamente di aver sostenuto spese per la ricerca e lo sviluppo, in misura corrispondente alle percentuali fissate dalla legge; di aver impiegato personale altamente qualificato, e inoltre di essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale.
Il possesso fittizio di detti requisiti ha consentito l’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese, e quindi di accedere ai finanziamenti garantiti dallo Stato tramite il Medio Credito Centrale. Il particolare status, inoltre, ha ulteriormente permesso alla società di partecipare in condizione di assoluto vantaggio nelle graduatorie di accesso ai contributi regionali ed europei.
Non finisce qui: gli amministratori hanno certificato di utilizzare pescato proveniente da acquacoltura biologica nonché da flotte pescherecce locali, quando invece veniva utilizzato il pescato proveniente dalla grande distribuzione, e comunque non proveniente da flotte locali.
Nel complesso la start up ha potuto beneficiare di circa un milione di provvidenze. Dalle indagini è apparso evidente come la società, nata nel 2016, sia stata da subito inattiva, fino all’anno 2018 in cui ha dato avvio alla produzione, con scarsissimi risultati economici.
Le tre persone sono state denunciate per i reati di truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento personale; al contempo è stato richiesto e concesso dall’autorità giudiziaria un decreto di sequestro preventivo pari alle somme illecitamente percepite, eseguito appunto nella giornata di ieri.
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