A Tra ville e giardini, una serata poetica ai bordi del
Canalbianco
Sotto lo sguardo intenso
di Maria Antonietta
ADRIA (RO) – In una poetica serata adriese, con
le riviere del Canalbianco illuminate e qualche capannello timido di persone
smaniose di libertà, le mille voci di Tra ville e giardini si sono definite in
quella argentina di Maria Antonietta, cantautrice e scrittrice marchigiana, che
ieri sera (7 agosto), si è esibita in piazza Cavour.
Quarto appuntamento della
rassegna di spettacolo dal vivo, uno di quelli poco convenzionali, per
un’artista della scena musicale indipendente, che ha imbastito in uno
“zibaldone”, come lei lo ha definito, una trama di poesie e letture effettuate
durante il lockdown, e un ordito di brani tratti da tutto il suo repertorio, accompagnandosi
solo con la sua chitarra.
“Solo show” è il titolo della performance e la
condivisione di pensieri e spazi è l’intento dell’artista, che con estremo
coraggio, mette a nudo la “vera sé”, le ansie e paure di una vita, seppur
giovane o, forse, proprio perché tale. “Arte e poesia sono linguaggi universali
– ha detto Maria Antonietta dal palco – capaci di mettere in comunicazione
tutti gli esseri viventi. Le parole sono importanti, cambiano la realtà,
vincono il tempo, lo spazio, le difficoltà, la distanza… dobbiamo averne cura”.
Già questo dà la misura della novità: in un mondo fatto di velocità, di suoni
sentiti e non ascoltati, di immagini sfuggenti, chiedere allo spettatore di
fermarsi ad ascoltare la poesia, richiede una buona dose di coraggio.
Dalla riflessione sul senso della vocazione di
ciascuno e della fedeltà a sé stessi, anche se è faticoso, con l’aiuto del
poeta Giovanni Giudici di “Una sera come tante”, Maria Antonietta, al secolo
Letizia Cesarini, passa ai commenti sull’umidità serale del Polesine. Ma è solo
la trasparenza e semplicità, di una persona profonda, che condivide tutta sé
stessa col pubblico. “La poesia ti inchioda proprio quando sei più debole” –
commenta – e la debolezza di quando si è perso una persona cara e si pensa che
si poteva esser più gentili quando c’era tempo, è la riflessione successiva, ispirata
da Philip Larkin e dalla sua “Il tagliaerba”, versi accorati, dedicati ad un
piccolo porcospino.
“E’ bizzarro – dice – esistiamo solo quando lo sguardo di
un altro si posa su di noi, come il bambino quando nasce. Esisto grazie a te e
non per te. Esistiamo perché siamo sotto lo sguardo di qualcuno. Le cose belle
nascono sempre dalla condivione”.
Quando imbraccia la chitarra Maria Antonietta
sfodera grinta e determinazione, la sua voce limpida e cristallina, quasi fa a
pugni con i testi crudi, intensi, perturbanti, a tatti criptici come la mente
umana ed i desideri frustrati. Deluderti è il primo brano dell’omonimo album
“Deluderti” (2018, La tempesta dischi), con piglio volitivo va dritto al punto:
“Io non ho intenzione di deluderti, ma
questa è la mia faccia, la mia fiducia non intatta”.
“Ancora non mi sono
adattata a questo tipo di universo, come fanno tutti gli animali e gli uomini
intelligenti”, è il testo di Animali (2013). Semplicità e realismo non sono
facili da giudicare, ma nemmeno serve. Maria Antonietta è un’artista che va
ascoltata con estrema attenzione come le cose difficili, che poi danno
soddisfazione.
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