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martedì 11 agosto 2020

CASO SUORE DI BOTTRIGHE: IL NETWORK AZZURRA RACCONTA FATTI, NON DISTRIBUISCE RAGIONI O TORTI

Con riferimento alla vicenda delle suore Clarisse rifugiatesi in una residenza privata a Bottrighe, delle quali era stato dato conto nei giorni scorsi, il network Azzurra ha ricevuto una mail da un alto esponente della Curia di Chioggia, il quale argomenta riportando le parole del vescovo di Adria-Rovigo, monsignor Pierantonio Pavanello. «Una cosa è raccontare o documentare un fatto - scrive l'alto prelato della Diocesi clodiense - altra cosa far passare per "buono" ciò che la commentatrice afferma, senza alcuna verifica».

Il presule polesano ha rilasciato in materia una nota in cui sostiene: «Ritengo opportuno che la Comunità cristiana di Bottrighe sia informata circa la posizione alllnterno della Chiesa di queste fedeli. Nonostante vestano in un modo che richiama l'abito monastico e conducano vita comune, va chiarito che non si tratta di una comunità religiosa riconosciuta dalla Chiesa, ma di donne laiche che fanno vita in comune e si dedicano alla preghiera.
Queste fedeli si sono allontanate di propria iniziativa dal monastero di Porto Viro: non avendo accolto i provvedimenti presi dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e confermati da Papa Francesco, hanno chiesto loro stesse di lasciare il monastero e di essere dispensate dai voti, ritornando cosi allo stato laicale.

Come vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo esprimo rispetto per le scelte compiute dalle ex clarisse, ma allo stesso tempo mi sembra doveroso rendere noto che, seguendo le indicazioni ricevute dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, non intendo dare alcun tipo di riconoscimento canonico a questo gruppo di donne laiche, a cui pertanto non viene concesso ciò che è specifico delle comunità religiose. In particolare la possibilità del1a celebrazione eucaristica in casa e la custodia dell'eucaristia».
Risponde Andrea Comparato, editor di Chioggia Azzurra: «Siamo stati contattati da coloro le quali hanno aiutato queste donne, e riportato le dichiarazioni di chi si assume le responsabilità di ciò che ha detto davanti alle telecamere. Svolgiamo quotidianamente questo impegno con metodi professionali del giornalismo, senza distribuire ragioni o torti perché non siamo in possesso degli elementi per poterlo fare, bensì raccontando i fatti. Ho visto a Bottrighe donne affrante per la propria situazione, e che ora hanno trovato pace. Se la Curia di Chioggia volesse dire la propria, siamo a disposizione».

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