Tra ville e giardini a S. Maria in Punta, lo spettacolo
circondato dalle acque del Po
Mario Tozzi ed Enzo
Favata, raccontano i miti del Mediterraneo
ARIANO NEL POLESINE (RO) – Tra ville e giardini,
la rassegna itinerante di spettacolo dal vivo, ideata da Claudio Ronda e dalla
Provincia di Rovigo, ormai 21 anni fa, rinnova più che mai il suo spirito
avventuroso nello scoprire nuovi palcoscenici naturali e nuove espressioni
culturali da offrire agli spettatori. Ieri sera (6 agosto), sul sagrato della
chiesetta romanica di S. Maria del Traghetto, a S. Maria in Punta,
all’estremità occidentale dell’isola fluviale di Ariano nel Polesine, ha
portato in scena un geologo ed un musicista, che sono riusciti a rendere
coinvolgente e artistica addirittura la spiegazione scientifica dei più noti
miti dell’antichità.
“Mediterraneo le radici del mito” è il titolo dello
spettacolo; e lo scienziato è Mario Tozzi, col suo eloquio travolgente carico
di verve, sottolineato dalle suggestioni sonore di Enzo Favata, sassofonista
abilissimo nel filtrare elettronicamente dal vivo il suono del suo clarinetto,
amplificato dall’ambiente naturale tutt’attorno. Il risultato è il pubblico
rapito in partecipato ascolto per quasi due ore.
Le catastrofi naturali sono alla base della
storia umana e anticamente non se ne conoscevano le cause scientifiche, per cui
è nata la mitologia, storie di dei e di leggende, affascinante “tentativo di
spiegare qualcosa che è inconoscibile”. Da sempre terremoti, maremoti,
esplosioni vulcaniche, hanno tanto attirato i
sapiens, da tentare spiegazioni fantasiose, alla base delle quali c’è
sempre una ragione scientifica. Dall’esplosione del vulcano Tambora in
Indonesia, che causò l’anno senza estate, il 1816, quello della battaglia di
Waterloo tra il fango e la pioggia dipinti da Turner; alla leggenda di Namazu,
il pescegatto giapponese che provoca i terremoti, contrapposto ai santi
italiani Emidio e Sebastiano che dovrebbero proteggere il popolo, con risultati
“discutibili”: l’evento sotterraneo riordinatore del mondo nipponico, opposto
al fatalismo nostrano, che si affida ad entità celesti che il mondo un po’ lo
snobbano. Anche i miracoli hanno delle spiegazioni scientifiche, come le visioni
di Lourdes o della Pitia dell’oracolo di Delfi, ma non importa che siano veri o
no. Stanno sul piano della fede.
Nel vento sonoro di Favata, quel sibilo che
percorre i sottobanca arginali oltre i quali il Po scorre placido, all’umidità
della notte si unisce un interrogativo: e se fosse la Sardegna la terra
all’origine del mito di Atlante narrato da Platone?
Le evidenze geologiche parlano di nuraghi a sud
del Campidano affondati totalmente nei depositi fangosi, mentre quelli sulle
colline sono rimasti intatti: come se un gigantesco tsunami fosse salito dal
mare distruggendo ogni cosa sotto la violenza di acqua e fango. Accadeva nel
XIII secolo avanti Cristo e della civiltà antica dei nuraghi non si seppe più
nulla. Salvo poi incrociarsi con la comparsa degli Etruschi, coincidenze?
Riflessioni condivise con curiosità dagli
spettatori, che sottolineavano di tanto in tanto con risate e applausi la loro
presenza attiva, per una serata di alta cultura tradotta magistralmente in
suoni e immagini dall’inedito duo Tozzi-Favata. Tra ville e giardini, ancora
una volta ha offerto uno spettacolo innovativo, portando dei personaggi celebri
della tv e della musica, in un angolino sconosciuto di Polesine, incastonato
tra due argini. Anche questo, in fondo, è un miracolo, con la sua spiegazione.
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