“Sono passati cinquant’anni dal 1969 anno in cui ci fu il primo Pride, manifestazione in ricordo delle rivolte di Stonewall per i diritti della comunità LGBT(Lesbo, Gay, Bisessuale e Transgender). Da quell’episodio il riconoscimento dei diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender ha fatto grandissimi progressi in tantissimi paesi del mondo, mentre in altri queste persone sono ancora discriminate, punite, torturate e allontanate dalle loro comunità”. Sono le parole del consigliere con delega alla cittadinanza attiva Federico Paralovo
“Il fatto che la Lega adriese contrasti e derida sia sui social che attraverso le interrogazioni le scelte dell’attuale Amministrazione sul patrocinio concesso al Pride di Padova, ci fa comprendere che le libertà sociali e culturali sono sempre sotto attacco e che un diritto non è mai per sempre e non è mai scontato. Il Pride oltre a rappresentare i diritti e la libertà legislativa, rappresenta la libertà sociale e culturale che spesso non vanno di pari passo con la legge”.
“Abbiamo ritenuto di fondamentale importanza accettare la richiesta di patrocinare l’evento (in forma gratuita) e soprattutto in maniera pubblica, perché siamo convinti che i diritti civili debbano essere sempre tutelati ricordando inoltre che in alcuni paesi del mondo essere omosessuali comporta il perdere alcuni diritti sociali. Per noi non è necessario essere lesbiche o gay per contrastare l’omofobia e desiderare maggiori diritti civili, come non bisogna essere donne per volere una legge contro la violenza sulle donne”.“Gli esponenti della lega adriese spesso perdono la consapevolezza e la memoria dei drammi storici causati da atteggiamenti discriminatori verso gruppi etnici e di minoranza,-commenta la consigliera alle pari opportunità Oriana Trombin- chiediamo perciò, ancora una volta, che il dibattito torni ad essere più costruttivo e meno ideologico per il bene della città. Nel contempo, contenti del fatto che molti cittadini adriesi abbiano capito il vero significato del nostro gesto, invitiamo la lega a leggere,anche solo i primi due articoli, della dichiarazione universale dei diritti umani, approvata dall’assemblea generale delle nazioni unite il 10 dicembre 1948”.
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