I circoli polesani del Partito Democratico, assieme a quello di Chioggia e della Bassa Veronese, accendono di nuovo i riflettori sopra i disservizi dell'asse ferroviario Verona-Rovigo-Adria-Chioggia, già oggetto due anni fa della petizione "Ci scusiamo per il disagio". «I tre grandi limiti dell'asse - si legge in una nota - sono l’esercizio con veicoli antiquati, la scarsa velocità commerciale e l’assenza di integrazione tariffaria con il trasporto pubblico locale nei territori attraversati dalla linea.
Nella speranza di poter vedere presto, non fra dieci anni, qualche treno più moderno anche fra Badia ed Adria, grazie al completamento di alcuni interventi previsti ed avviati, quella dell’integrazione tariffaria rimane invece una partita ancora aperta da moltissimi anni nella Regione.
La possibilità di viaggiare con un unico titolo di viaggio, possibilmente elettronico, permetterebbe di spostarsi agevolmente utilizzando tutti i mezzi di trasporto che già oggi si muovono nel Polesine. Così si potrebbe accedere da centri come Adria e Badia verso Rovigo in modo agevole e confortevole, sfruttando la frequenza di bus e treni ogni mezz’ora circa. Un importante risparmio per tutti: perché dove non può arrivare il treno, circola il bus evitando sovrapposizione di corse nelle ore di punta e rarefazione dell’offerta nell’orario di morbida.
Per funzionare, questo sistema, ha bisogno però di uno sforzo di programmazione. Bisogna infatti rivedere le corse dei bus e armonizzarle in base all’orario di circolazione dei treni, per evitare affollamenti nei giorni scolastici e per sfruttare pienamente il servizio pubblico anche nei giorni festivi o per il tempo libero, magari per spostarsi al mare o verso Verona e la montagna.
Non ci pare di chiedere niente di eccezionale e di impossibile: applichiamo quanto stabilito dall’ultimo piano dei trasporti all’orizzonte del 2030, ma lo anticipiamo ad oggi. Non possiamo permettere che l’emergenza sia una scusa per ridurre ancora di più il servizio pubblico condannandoci ad un isolamento dal quale difficilmente ci sapremo riprendere, se non utilizzando l’auto personale per tutti gli spostamenti ben sapendo che questa non è la soluzione.
Non possono rimanere isolati i nascenti poli commerciali-industriali di San Bellino (Amazon e IKEA), non deve rimanere irraggiungibile l’ospedale di Trecenta, non si può lasciare che centri culturali come Adria e turistici come Rosolina o il litorale chioggiotto rimangano inaccessibili, specie dopo una certa ora, il sabato e la domenica».
Il PD auspica, dunque, che questa crisi sanitaria possa spingere l’istituzione provinciale e regionale ad accelerare la politica di mobilità: «Il biglietto unico e l’intermodalità - conclude il comunicato - si dimostrano due armi eccezionali per far ripartire il trasporto pubblico subito e in piena sicurezza, programmando al meglio i servizi con gli utenti, le categorie economiche, scolastiche, tutti gli attori interessati».
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