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Antonio Giolo, traccia i suoi 11 anni alla guida della Fondazione scolastica Bocchi e passa il testimone alla neo presidente Elena Passadore,
Ci
racconta della sua esperienza come Presidente della
Fondazione Bocchi?
Non
mi è facile rispondere a questa domanda perché sono tante le attività messe in
atto in questi undici anni. Le ho elencate in un documento che ho predisposto
per il Presidente e il nuovo Consiglio di Amministrazione. In primo luogo credo
un fatto estremamente positivo sia stato che le decisioni, grazie alla
collaborazione di un ottimo Consiglio di Amministrazione, sono state quasi
sempre prese all’unanimità e mai con divisioni di tipo politico. E’ stata una
gestione che ha cercato di essere super partes e per il bene esclusivo della
Fondazione, della scuola e della città. Oltre alle normali attività di consegna
delle Borse di studio ogni anno all’interno di concerti sempre diversi, posso
accennare ad alcuni interventi che ritengo fra i più significativi:
-
La valorizzazione della Collezione di
stampe antiche della Fondazione, attraverso la pubblicazione del Catalogo “Il
diletto dell’immagine”;
-
La realizzazione del MAAD (Museo d’Arte
Adria Delta), che ha organizzato diverse mostre molto interessanti, come “Attraverso”,
“C’era una volta in Russia”, “Adria nascosta” ecc.;
-
L’avvio, insieme alla Fondazione Museo
della Bonifica Ca’ Vendramin, del CE.RI.DO. (Centro di Ricerca e Documentazione
del Delta);
-
La pubblicazione presso l’editore
Apogeo, dei cinque Quaderni della Fondazione sul ruolo che ha avuto la
Fondazione nella promozione delle scuole superiori di Adria e sulle vicende di
Adria e del Polesine durante il Risorgimento e nel corso della prima guerra
mondiale;
-
L’aver ospitato nella Sala Bocchi tante
conferenze e presentazioni di libri.
2. Che
cosa rappresenta per lei la Fondazione Bocchi?
Un
ente culturale fondamentale per Adria e per il Delta. La nostra è una
fondazione scolastica, però è importante connettere la scuola alla società,
creando occasioni di crescita culturale per tutta la popolazione. I convegni
che abbiamo organizzato, con la partecipazione degli studenti delle superiori,
da cui sono nati i Quaderni che abbiamo pubblicato, hanno visto la l’intervento
dei maggiori studiosi di storia locale del Polesine.
4. Quale
è stato uno dei momenti significativi vissuti come Presidente della Fondazione?
Ne
cito due: 1) la re-intitolazione della Piazza Bocchi, negli anni 1980
erroneamente attribuita a Francesco Antonio, a Carlo Bellino Bocchi, che qui
aveva il suo giardino; Carlo è il nostro mecenate che aveva dato tutti i suoi
beni per realizzare “uno stabilimento di educazione”; 2) l’inaugurazione del
MAAD, che è costata tanto impegno, anche finanziario, ma che ha dato alla città
il più importante spazio espositivo a disposizione dell’arte moderna.
5. Un
suo commento sulla città di Adria nel contesto storico/geografico e un
messaggio per le giovani generazioni.
Adria
ha un grande passato di cui è giustamente orgogliosa, ma non è altrettanto determinata
ad affermarsi nel presente e nel futuro. Troppo lacerata da beghe interne,
politiche e di piccoli gruppi, non riesce a svolgere quel ruolo propulsivo che
le sarebbe congeniale nell’ambito del Delta del Po. Proprio perché qui non
trovavano sbocchi lavorativi adeguati molti giovani, a cominciare dai miei
figli, sono andati altrove. Ci vuole un’azione convergente di tutte le migliori
energie nell’ambito della cultura, delle professioni, del mondo del lavoro per
aprire Adria alla realtà regionale e al mondo, e per dare qui ai giovani
possibilità di lavoro e di vita.
Che
cosa eredita la nuova Presidente?
Siamo
in un momento difficile per tutti e anche la Fondazione, che si regge
economicamente sugli affitti degli immobili di sua proprietà, ne risente. In
questi anni la Fondazione ha conosciuto dei cambiamenti notevoli, poiché la
maggior parte dei locali era affittata al Comune di Adria che li ha rilasciati
progressivamente. Grazie al nostro impegno volontario, e anche a quello del
segretario della Fondazione, siamo riusciti a riaffittarli tutti, adeguando i
canoni ai valori di mercato, mettendo in atto anche diversi e costosi
interventi di restauro. Resta solo inutilizzata la Scuola Rossa, accanto al
Liceo, ma potrà essere messa a disposizione degli Istituti se potrà servire per
il distanziamento ora necessario per l’emergenza coronavirus. Anche
se c’è stata una riduzione delle entrate la Fondazione è sana economicamente,
pur avendo realizzato innumerevoli attività. Sta alla nuova Presidente e al
nuovo CdA decidere se e come continuare l’azione di animazione culturale.
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