Adria: Ecco cos'è il civismo Veneto "ascoltare i bisogni del territorio, attraverso il confronto con i cittadini e dare risposte ai giovani e all'elettorato che non vota".
Per fare questo è stata avviata la campagna di ascolto democratica "Il Veneto che vogliamo", la rete di cittadini e sindaci sempre più uniti.
Per fare questo è stata avviata la campagna di ascolto democratica "Il Veneto che vogliamo", la rete di cittadini e sindaci sempre più uniti.
Dopo Padova e Schio, ha fatto tappa all'ostello
Amolara la terza tappa itinerante de "Il Veneto che vogliamo" .”Una campagna
di ascolto per far partire l’idea del Veneto che vogliamo in maniera democratica,
ascoltando i bisogni del territorio partendo dal basso, con l’ascolto di amministratori,
realtà associative e cittadini-sono le parole del sindaco della città etrusca
Omar Barbierato”
Una serata promossa e
realizzata dal movimento politico civico Impegno per Il Bene Comune di Adria,
in sinergia con la coalizione di Padova e le altre realtà civiche Venete, dove i relatori, sindaci,
amministratori, rappresentanti di varie realtà associative, comitati e semplici
cittadini, hanno parlato per informare,
discutere e condividere con altre
persone la storia del territorio e le battaglie comuni. Ad introdurre la serata
la consigliera provinciale Sara Mazzucato che in
sinergia con il consigliere Federico Paralovo hanno curato nei particolari la
tappa etrusca dei civici. Tra gli intervenuti i sindaci dei comuni di Adria, Rovigo, Melara,
Arquà Polesine, San Martino di Venezze, oltre a Leonardo Bonato, Nicola
Rampazzo, Vanni destro,Arianna Pozzato, Gilberto Desiati, Elisa Corniani,
Oriana Trombini, Patrizia Bartelle, Carlo Costantini, Claudio Turina, Vincenzo
Roma, Cristiano Pavarin, Vincenzo Rossi, Silvia Menon, Enrico Bonato, Simone
Mori, Giovanni Boldrin e Remo Agnoletto.
Tra le tematiche
trattate quelle ambientali, socio sanitarie e sui trasporti calate sulle
particolarità del territorio che si trovano davanti ad una sfida importante e
culturale:quello di creare un modello che identifichi il civismo attraverso una
rete di persone che vivono e condividono le problematiche generali, tenendo
conto nel contempo delle peculiarità territoriali.
Un modello il civismo, che è emerso dalle parole del giovane
Thomas Crepaldi attraverso la metafora della
foresta di canne di bambù. Una pianta che cresce
dal quinto anno dalla semina. Un periodo lungo ma necessario perché le radici si espandono in senso
verticale e soprattutto orizzontale. Una crescita che avviene con la buona
strategia del coltivatore che cura le piante:le coltiva, le innaffia e comunica
in modo diverso “perché sa che puó comunicare
in modo diverso per riuscire a farsi capire".
"Quelle radici -spiega Crepaldi-sono i collegamenti
tra le varie canne di bambú, ovvero tra i vari civismi che tra loro hanno un
rapporto di mutuo soccorso e un rapporto di alleanza vero e forte. Una base
forte da più potere per avere le grandi altezze. Dal quinto anno infatti, la
canna di bambù cresce e lo fa in modo diverso, rapido, 60 cm al giorno fino a
raggiungere i 25 metri di altezza”.
” Ora, -spiega Crepaldi-per quanto questa
sia una metafora, le foreste di bambú hanno un proprietà fondamentale: una volta
che la foresta è nata diventa infestante e nessuno riesce a fermarne la
crescita e nel caso in cui qualcuno cercasse di tagliare qualche ramo, produce il doppio[…]”Solo con l'ambizione vincente e una visione futura in un governo del paese, si
riusciranno a fare le riforme che finora nessuno è riuscito a fare. Io
parteciperó al civismo che vorrà avere
una visione chiara dove, se non riusciremo ad avere tutte le risposte, peró
abbiamo il terreno fertile perchè le giovani generazioni possono farlo. Ad
Adria ci sono molti giovani che stanno uscendo e che vogliono partecipare. Sono
giovani che stiamo tutelando perchè non vogliamo bruciarli. Per questo dobbiamo
dare una risposta certa, chiara e visionaria in certi punti sia ai giovani sia a quella
parte dell’elettorato che non vota. Se non facciamo questo il civismo non ha
senso di esistere".
Significativo l'intervento di Lucia Pozzato del comitato terre nostre di Villadose con il suo excursus sulle vicessitudini del comune polesano che il prossimo anno andrà al voto.Un esempio di attuale politica lontana dai bisogni dei cittadini. A dimostrarlo le conseguenze prodotte negli anni dalle 4 discariche, dagli allevamenti e da un insediamento produttivo.
Significativo l'intervento di Lucia Pozzato del comitato terre nostre di Villadose con il suo excursus sulle vicessitudini del comune polesano che il prossimo anno andrà al voto.Un esempio di attuale politica lontana dai bisogni dei cittadini. A dimostrarlo le conseguenze prodotte negli anni dalle 4 discariche, dagli allevamenti e da un insediamento produttivo.
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