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martedì 4 gennaio 2022

CGIL"IL PRONTO SOCCORSO A ROVIGO E' IN GINOCCHIO"

Già i dati del 2019 rappresentavano un Pronto Soccorso in grossa difficoltà. Permanenza media dei pazienti in OBI (Osservazione Breve Intensiva) oltre le 48 ore per Rovigo erano il 7%, il triplo della media regionale e il tempo di degenza media nelle strutture internistiche nell’ULSS 5 di Rovigo la più alta del Veneto. Ora la situazione, che la pandemia ha esasperato, è drammatica.
Le medicine di gruppo, sia per la sempre più ridotta presenza di Medici di Base, diminuiti negli ultimi 10 anni nella nostra provincia di circa il 25% soprattutto nelle aree periferiche con il conseguente aumento del numero di assistiti pro capite, che per la gestione a distanza dei pazienti a causa della pandemia, vedono un progressivo aumento dell’attività e, malgrado il grande lavoro svolto dal personale in appalto, sono in grossa difficoltà come tutta la medicina territoriale.
Il Pronto Soccorso è diventato un imbuto a causa del grande afflusso, ma soprattutto per la difficoltà alla dimissione/ricovero. Tale situazione rappresenta un dramma con decine di pazienti in attesa di trovare posto letto e che stazionano in un pronto soccorso inadatto sia dal punto di vista strutturale che per gli organici insufficienti. Di fatto il Pronto Soccorso di Rovigo si è trasformato una grande medicina d’urgenza, senza le risorse necessarie, con spesso 40/50 persone che stazionano sulle barelle dei corridoi del pronto soccorso dove la loro dignità e il diritto alla salute sono sulle sole spalle di lavoratori ormai allo stremo e che subiscono, oltre ai pesanti carichi e i rischi professionali connessi, tutto il disagio che questa situazione crea ai pazienti.
La chiusura di Trecenta con la conseguente ridotta capacità recettiva in area medica, l’aumento dei casi covid e la chiusura di Schiavonia con il dirottamente di un importante numero di pazienti dalla provincia di Padova sull’Ospedale di Rovigo ha ulteriormente aggravato una situazione già al collasso.
Le denunce più volte fatte alla Direzione Generale e Sanitaria, malgrado gli impegni assunti, non stanno dando i risultati sperati con la conseguenza di una costante emorragia/fuga di professionisti medici ed infermieri ormai allo stremo.
Abbiamo bisogno di azioni concrete ed urgenti che devono determinare la possibilità al pronto soccorso di trovare posti letto fruibili in tempi certi in modo da permettere al personale di poter gestire le urgenze che affluiscono, senza dover costantemente avere in carico anche i pazienti già trattati, bisognosi di ricovero e cure, ma che non trovano spazio per il necessario ricovero.
Chiediamo maggior impegno della Direzione Sanitaria ed Ospedaliera nel creare percorsi ed organizzazione dei servizi che permettano di aumentare l’accoglienza dei pazienti trattati e che necessitano di un posto letto. Chiediamo a gran voce alla Direzione Generale un urgente accordo con la sanità privata che si faccia carico anch’essa della situazione attraverso la rimodulazione dei posti accreditati e la capacità di accogliere parte dei ricoveri dal pronto soccorso.
In fine un urgente aumento degli organici, in particolare infermieristici, che permetta di far fronte all’eccezionale ed ormai ingestibile bisogno assistenziale che abbiamo nel pronto soccorso. Non è più il momento di verifiche e tentennamenti, bisogna agire con urgenza, ne va della salute dei cittadini e della tenuta di un servizio centrale come il pronto soccorso.

 


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