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domenica 8 luglio 2018

ADRIA:SANITA',DUE DOMANDE AD ENRICO NACCARI, PRESIDENTE DEL COMITATO


ADRIA:DUE DOMANDE AL PRESIDENTE DEL COMITATO SALVIAMO L’OSPEDALE DI ADRIA ENRICO NACCARI




Cosa risponde alle dichiarazioni  del governatore Luca Zaia, quando afferma che la sanità veneta è un’eccellenza in Italia?

Può essere che, nella media statistica, abbia ragione Zaia. Sembra, però, un po' come la storia della statistica del consumo di polli. Se siamo in due e io mangio due polli e lei nessuno, statisticamente abbiamo mangiato un pollo a testa. Ecco, l'eccellenza della sanità nel Veneto rispecchia a pieno questa boutade. La sanità è sicuramente eccellente nelle provincie storicamente più forti e dove, guarda un po', la Lega è storicamente più forte. Alcuni, però, sono figli di nessuno (noi Polesani e i nostri corregionali Bellunesi), per cui ci si può permettere di lasciarli in braghe di tela, con i servizi sanitari e socio - sanitari pubblici ridotti al lumicino, con buona pace dell'art. 32 della Costituzione repubblicana.



Zaia sostiene che la sanità andrà meglio quando il Veneto diventerà una regione autonoma. Lei che ne pensa ?



Sull'autonomia e su presunte migliori sorti della sanità veneta, mi viene da pensare che Zaia ha finanziato il suo referendum distogliendo fondi dai capitoli dei servizi socio - sanitari dell'E.F. 2016 (le impegnative di residenzialità per le IPAB, tanto per intenderci); le dico che dubito che migliorerà la situazione polesana, stante che la provincia di Rovigo è l'unica dove il predetto referendum non ha raggiunto il quorum e che, ad oggi, le due regioni del nord che stanno spingendo l'acceleratore sull'autonomia (Lombardia e Veneto), sono le stesse che stanno accelerando anche verso una sanità prevalentemente privata, fatta di strutture private convenzionate che godranno della qualifica di presidi ospedalieri, di sperpero di denaro pubblico (basta leggere le recenti sentenze della Corte dei Conti di Venezia sui maggiori costi della sanità veneta post riforma leghista); sono le stesse regioni che, in nome di un supposto risparmio, hanno creato strutture direttive, come l'Azienda Zero, divenute un pozzo senza fondo e dove prosperano un numero di dirigenti, in percentuale, non riscontrabile in nessuna altra pubblica amministrazione (in un totale di 305 dipendenti, ci sono 54 dirigenti, cioè 1 ogni 6 dipendenti)

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