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giovedì 28 febbraio 2019

Adria:"Borgo Autentico nelle terre dei grandi fiumi" una vicenda ancora aperta

 





“Adria: Borgo autentico nelle terre dei grandi fiumi”è il titolo della vicenda  partita nel 2013 per scelta dell’amministrazione guidata dal sindaco Massimo Barbuiani, con l’obiettivo di rilanciare il turismo  in città attraverso eventi, ma che in realtà ha provocato costi maggiori rispetto a quelli preventivati, oltre che una scia di contenziosi e problematiche giudiziarie. Un’inchiesta  penalmente ancora  aperta. 


L’inchiesta

Tutto inizia con la presentazione da parte del comune di Adria  con la domanda di finanziamento previsto da un bando pubblico del Gal Polesine Delta Po, inerente il programma di sviluppo rurale per il Veneto 2007/2013 dell’unione Europea    

 Il progetto in questione (che per semplificazione chiameremo borghi) sulla base di quanto emerso nell’udienza del 29 Novembre presso il tribunale di Rovigo,   non era stato redatto dagli uffici comunali, ma   dalla  società Consulenza Direzionale Sas, rappresentata di fatto dalla Monica Mainardi, come testimoniato  dai dipendenti  comunali Michela Tombolato, Maria Cristina Chiorboli, Eva Caporrella e dal funzionario dell’Avepa Massimo Zanetti.

Secondo la ricostruzione di uno dei testi,  l’amministrazione cercò  di affidare l’incarico alla società, tentando addirittura la  modifica di un regolamento comunale, oggetto  della seduta del consiglio  (n°49 del 10 Settembre 2014)nella quale  la soglia per  l’affidamento diretto venne elevata solamente a 20mila euro, rispetto ai preventivati 40mila euro. Questo non permise  l’affidamento alla società e conseguentemente  la giunta  decise (con delibera 222 del 12/9/2014) di proporre al consiglio l’adesione a Borghi Autentici d’Italia(BAI). Un sodalizio  collegato alla  consulenza direzionale, in quanto la società  era inserita  nell’elenco  dei professionisti, ai quali l’associazione  poteva attingere per vari servizi. Altra   anomalia  inerente all’affidamento consiste nel fatto che l’associazione già in data 23 Settembre 2014, dava la disponibilità all’attuazione del programma ancor prima che il consiglio comunale approvasse la formale adesione (D.C.N°53 del 29/9/2014)



Dopo poco più di un mese ( con delibera 276 del 22 ottobre del 2014)il progetto borghi  venne affidato direttamente a BAI,esattamente dieci mesi dopo dalla concessione del contributo da parte dell’ Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura (Avepa) al comune. In tale lasso temporale Avepa,dopo il vaglio della documentazione  prodotta dall’ente, ritenne tale procedura anomala, perché l’ente aveva tutto il tempo di valutare  altre proposte che potevano essere più vantaggiose per il comune. Questo risulterà poi, uno dei motivi per i quali il contributo pubblico venne ridotto.

Dalle testimonianze in aula emerse che   la Bai in realtà, non è un’associazione non a scopo di lucro ma bensì, attraverso le sue  commerciali, consegue un  utile di impresa. Tali società sono da individuarsi nella Borghi Tour srl, della quale l’associazione  detiene il 54,5% delle quote  e il consorzio Communitas (consorzio per i servizi di sviluppo e innovazione nei borghi autentici communitas) al quale appartiene  sia l’associazione che la società.






Dalla testimonianza della polizia giudiziaria emergeva che dopo il loro intervento nel Marzo 2015, i dipendenti comunali, che avevano  già liquidato circa 100mila euro iniziarono ad eseguire riscontri più accurati, liquidando un importo inferiore ai 300mila euro preventivati per l’intero progetto. Veniva prospettato inoltre che nella prima fase erano stati liquidati anche dei semplici preventivi. In relazione alla somma liquidata da Avepa gli inquirenti attestavano che la liquidazione, da parte di Avepa, di soli 15 mila euro era dovuta  al fatto che l’ente aveva rilevato che molte spese erano incompatibili con le finalità del progetto, i ritardi nella presentazione della domanda di pagamento e nelle modalità di affidamento a BAI.

La vicenda, oltre a risvolti penali ha interessato anche la corte dei conti di Venezia.L’inchiesta che coinvolgeva i cinque amministratori e una dipendente comunale, si è recentemente conclusa  con l’assoluzione dei convenuti stabilendo che non sussisteva il danno erariale, atteso che il comune ha attinto da risorse proprie a fronte delle mancate entrate pervenute da Avepa.Tuttavia va specificato che nonostante il maggior aggravio  a carico delle risorse del bilancio comunale per l’importo di 114mila67,79 euro,   non è stata fornita la prova che il comune abbia rispettato i vincoli di finanza pubblica. Una cifra che poteva essere destinata ad attivare dei servizi ai cittadini.

 Oltre alla vicenda penale e quella contabile della corte  dei conti, il comune ha dovuto far fronte a un decreto ingiuntivo da parte della BAI e un amministrativo inerente una sanzione contestata dalla guardia di finanza in merito ai pagamenti nei confronti del sodalizio.

Per quanto riguarda il decreto ingiuntivo, a seguito delle verifiche effettuate il comune decideva di liquidare solamente  233mila euro a fronte dei 294mila euro, rendicontati dall’associazione. Per questo motivo la BAI, richiese l’emissione di un decreto ingiuntivo  per l’importo di oltre 28mila euro. Un importo  inferiore ai 60.482,24euro derivanti  dalla differenza  tra quanto rendicontato dall’associazione  e quanto liquidato dal comune di Adria

Con delibera n°45 dell’11/9/2017, il consiglio comunale riconobbe  la legittimità del debito fuori bilancio inerente il decreto ingiuntivo presentato dall’associazione borghi autentici d’Italia  per il mancato pagamento della somma di  28mila 075 euro, quale residuo a saldo delle fatture emesse dalla predetta associazione (DelC.Cn°45 del 11/9/2017). Una cifra, che secondo la ricostruzione di uno dei testi, era riconducibile alle pretese economiche, richieste, dalla Consulenza direzionale, per eseguire il coordinamento dell’intero  progetto. Degno di nota è il fatto che la Consulenza Direzionale, costituita il 16 Aprile 2013 , pochi mesi prima dalla pubblicazione del bando  di gara  del progetto in questione  (Bur Veneto del  28 Giugno 2013),verrà sciolta il 12 Settembre 2017, esattamente un giorno dopo che l’amministrazione dispone la liquidazione  della somma pretesa  da BAI.

Per quanto riguarda la contestazione rilevata  dalla guardia di finanza, benché vi sia stato una prima conferma da parte del prefetto  del giudice di pace di Rovigo, ora spetterà al locale tribunale  stabilire la correttezza dei rilievi mossi nei confronti dell’ente.




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