Pagine

venerdì 26 gennaio 2018

BARTELLE E SUMAN (M5S) INTERVENGONO SULLA QUESTIONE COIMPO



La consigliera regionale pentastellata Patrizia Bartelle e la consigliera comunale adriese del M5S Elena Suman intervengono sulla questione che riguarda la Coimpo.
«È un quadro sempre più allarmante, quello riguardante i terreni circostanti la Coimpo, che necessitano di essere bonificati. Secondo i dati emersi dalle indagini ambientali svolte nel 2015 dai carabinieri forestali e discusse durante l’ultimo consiglio comunale adriese, sarebbero 377 gli ettari da bonificare che si estendono nei comuni di Adria,  Pettorazza, Ceregnano, Gavello, Villadose, San Martino di Venezze e  Papozze. Terreni che ad oggi necessitano di altri carotaggi per fare il punto delle criticità, dove siano individuate, per poi procedere alla bonifica. Un intervento necessario per capire se  le sostanze inquinanti possano aver raggiunto, nei vent’anni di attività della società di rifiuti di Ca' Emo,  le acque di falda  e potrebbero quindi aver inquinato  l’acqua che i cittadini utilizzano quotidianamente.
Stiamo parlando di terreni per i quali i proprietari  non solo avrebbero accettato gli sversamenti da parte di Coimpo, ma avrebbero ricevuto anche denaro dalla stessa. Probabilmente in tutto questo vi potrebbe essere anche una responsabilità personale da parte dei proprietari terrieri»
Continuano le esponenti del Movimento: «La Regione Veneto per il 2018 ha inserito un milione di euro nel “fondo regionale  di rotazione per interventi di bonifica e ripristino ambientale”, da spalmarsi in tutta la Regione; per questo è abbastanza improbabile che essa predisponga cifre importanti per la messa in sicurezza  del sito in questione».
Proseguono Bartelle e Suman: «Nel contempo la politica deve vigilare affinché il sito di Ca' Emo non venga acquisito da un’azienda che potrebbe continuare  quanto abbia fatto fino ad ora da Coimpo»
Si tratta di un'azienda i cui vertici societari, arrestati a dicembre 2017, sono implicati in almeno tre distinti procedimenti penali: il primo relativo all’incidente sul lavoro nell’azienda di Ca' Emo, avvenuto il 22 settembre 2014 quando morirono quattro operai, uccisi dalle esalazioni di acido e ammoniaca creata dalla reazione di fanghi trattati con acido solforico. Il secondo processo riguarda l’indagine aperta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze per  sversamenti di fanghi non trattati in alcuni appezzamenti agricoli della Toscana, mentre il terzo concerne l’indagine aperta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, che sta indagando a proposito dei fanghi da depurazione non trattati e versati su alcuni terreni agricoli del Polesine.


Nessun commento:

Posta un commento