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martedì 8 gennaio 2019

ADRIA:LA CONSIGLIERA BARTELLE RISPONDE AD ALCUNI ADRIESI CHE L'ACCUSANO DI DISIMPEGNO

Adria:la consigliera Patrizia Bartelle (IIC) fa il bilancio del 2018 e risponde ad alcuni adriesi

“ 91,58% di presenze  in consiglio  regionale, una trentina di interrogazioni e tre disegni di legge, sono solo alcuni numeri del 2018 che hanno contraddistinto il mio operato  come consigliera regionale. Cifre che si aggiungono agli oltre 55mila euro restituiti a beneficio della collettività, dal 2015 ad oggi, una volta detratte le spese strettamente connesse all’attività politica e ai pochi più di duemila euro mensili spettanti come consigliera regionale”Esordisce con cifre e la sintesi del lavoro fatto nel 2018 Patrizia Bartelle, nel rispondere  a chi l’accusa di disimpegno sul tema della sanità.
Una questione per la quale sta combattendo con alcuni disegni di legge:uno sulla velocizzazione delle liste d’attesa, un altro redatto sulla  garanzia di effettuazione della interruzione volontaria di gravidanza e il terzo sulla  limitazione delle emissioni odorigene. Argomento quest’ultimo, legato   alla battaglia che sta portando avanti sul tema ambientale e  sul   quale il movimento 5 stelle, attraverso  l’approvazione  del decreto Genova, ha tradito i principi sui quali si fonda. Motivo per il quale ad Ottobre scorso, la consigliera ha lasciato il movimento dei grillini. A dimostrarlo appunto, l’approvazione del decreto Genova, di fatto studiato per aiutare i cittadini dopo la tragicità del ponte Morandi,ma  con l’introduzione dell’articolo 41-spiega Bartelle- frutto del  connubio/compromesso Lega/5 Stelle  al governo, è stata data la possibilità  di utilizzare in agricoltura  fanghi contaminati. “Cosa c’entrassero i fanghi con  il ponte di Genova, resta un mistero”. Per quanto riguarda   la valorizzazione del Polesine e delle eccellenze di tutti gli ospedali periferici regionali, che secondo alcuni era cosa prevista e scontata, rispondo che dovrebbero studiarsi gli atti prima di parlare. In tutto questo è interessante comprendere che ad attaccarmi siano i fedelissimi del vice premier Di Maio in Regione Veneto, che parlano senza avere l'autorizzazione ad usare il simbolo, come previsto dal regolamento di partito”

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