Adria:la consigliera Patrizia Bartelle (IIC) fa il bilancio
del 2018 e risponde ad alcuni adriesi
“ 91,58% di presenze
in consiglio regionale, una
trentina di interrogazioni e tre disegni di legge, sono solo alcuni numeri del
2018 che hanno contraddistinto il mio operato
come consigliera regionale. Cifre che si aggiungono agli oltre 55mila
euro restituiti a beneficio della collettività, dal 2015 ad oggi, una volta
detratte le spese strettamente connesse all’attività politica e ai pochi più di
duemila euro mensili spettanti come consigliera regionale”Esordisce con cifre e
la sintesi del lavoro fatto nel 2018 Patrizia Bartelle, nel rispondere a chi l’accusa di disimpegno sul tema della
sanità.
Una questione per la quale sta combattendo con alcuni
disegni di legge:uno sulla velocizzazione delle liste d’attesa, un altro
redatto sulla garanzia di effettuazione
della interruzione volontaria di gravidanza e il terzo sulla limitazione delle emissioni odorigene.
Argomento quest’ultimo, legato alla
battaglia che sta portando avanti sul tema ambientale e sul
quale il movimento 5 stelle, attraverso
l’approvazione del decreto
Genova, ha tradito i principi sui quali si fonda. Motivo per il quale ad Ottobre
scorso, la consigliera ha lasciato il movimento dei grillini. A dimostrarlo
appunto, l’approvazione del decreto Genova, di fatto studiato per aiutare i
cittadini dopo la tragicità del ponte Morandi,ma con l’introduzione dell’articolo 41-spiega
Bartelle- frutto del
connubio/compromesso Lega/5 Stelle
al governo, è stata data la possibilità
di utilizzare in agricoltura
fanghi contaminati. “Cosa c’entrassero i fanghi con il ponte di Genova, resta un mistero”. Per
quanto riguarda la valorizzazione del
Polesine e delle eccellenze di tutti gli ospedali periferici regionali, che
secondo alcuni era cosa prevista e scontata, rispondo che dovrebbero studiarsi
gli atti prima di parlare. In tutto questo è interessante comprendere che ad
attaccarmi siano i fedelissimi del vice premier Di Maio in Regione Veneto, che
parlano senza avere l'autorizzazione ad usare il simbolo, come previsto dal
regolamento di partito”
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