“Negli ultimi giorni sono stati diversi gli interventi critici sulla sanità adriese diffusi attraverso i media, per una situazione che capisco bene, visto che da tre anni a questa parte, combatto una dura battaglia in consiglio regionale contro la gestione della sanità veneta”. Esordisce così la consigliera penta stellata Patrizia Bartelle alle dichiarazioni sui giornali, da parte dei neo comitati cittadini (sorti in difesa dei cittadini che subiscono i disservizi sanitari) che cercano di unirsi in un coordinamento provinciale in vista delle elezioni regionali del 2020
“Purtroppo non serve prendersela con il direttore Compostella che fa rispettare le delibere della giunta Zaia, la quale ha deciso di Smantellare progressivamente la sanità pubblica e nel contempo garantire adeguati spazi di crescita alla sanità privata.
“Basti solo pensare alla delibera regionale ( 129/CR), emanata qualche settimana fa, con la quale il presidente della regione Veneto, ha di fatto privatizzato la psichiatria del Veneto. A dimostrarlo le cifre: su circa 1800 posti attivati a livello regionale per i trattamenti sanitari e socio sanitari della salute mentale, ben due terzi (circa 1200) sono affidati alle strutture private e solo il terzo restante viene gestito direttamente dai servizi psichiatrici delle aziende Ulss”
“Non so se i comitati siano più vicini al centrodestra o al centrosinistra - evidenzia la Bartelle- in ogni caso sappiano che un sindaco di centrosinistra non avrà nessun potere nei confronti della politica sanitaria adriese perché la Regione Veneto – senza che chi fosse legittimato a farlo si sia opposto – in questi anni ha svuotato dei poteri di indirizzo e di controllo sia la conferenza dei sindaci sia le comunità locali dei cittadini”.
Gli stessi cittadini che pagano le tasse con cui lo stato finanzia la sanità veneta.
“Se questi comitati di cittadini sono intenzionati e interessati a ragionare concretamente sulle questioni sanitarie, mi rendo disponibile al dialogo ed al confronto nel trattare la riduzione delle liste d’attesa, all’uso puntuale dei macchinari, dalla sostituzione del personale cessato per vari motivi, al potenziamento della medicina territoriale e di distretto, dall’abolizione dei costosissimi ticket, al trattamento gratuito per i pazienti psichiatrici. Per fare alcuni esempi”
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