Pagine

martedì 28 febbraio 2017

ADRIA: ABBATTUTE 25 PIANTE VINCOLATE SULLA S.R.. 443

S.R. 443 “DI ADRIA” – ABBATTUTE 25 PIANTE VINCOLATE PAESAGGISTICAMENTE L’ennesimo tentativo di depauperare il patrimonio paesaggistico polesano vede questa volta l’intervento della nuova Unità dell’Arma dei Carabinieri: la Stazione Carabinieri Forestale di Adria dell’appena costituito Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale ed Agroalimentare Carabinieri (C.U.T.F.A.A.C.). Si tratta dell’abbattimento non autorizzato di n. 25 esemplari di tigli e platani posti in fregio alla S.R. 443 “di Adria”, collocati perlopiù nel comune di Adria ma anche a Ceregnano, Villadose e Rovigo, che il D.M. 11 gennaio 1964 ha a suo tempo dichiarato di notevole interesse paesaggistico e che l’Ente gestore della panoramica arteria stradale ha opinabilmente, nonostante il parere negativo dell’Autorità preposta alla tutela - la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Verona, Rovigo e Vicenza - deciso di eliminare senza prevedere nel progetto esecutivo il seppur richiesto reimpianto in situ. Era già successo nel 2010, all’epoca l’Ente gestore della strada aveva abbattuto n. 34 piante di tiglio all’altezza della località “ Cicese” in Comune di Adria; tale intervento, che era risultato privo della prevista Autorizzazione Paesaggistica, aveva di fatto eliminato più di un chilometro del filare tutelato In quella circostanza, l’intervento dell’ormai ex Comando Stazione del Corpo forestale dello Stato (il cui personale risulta ora transitato, con le identiche funzioni di tutela dell’ambiente di un tempo all’interno della nuova Unità dell’Arma) aveva consentito sia di interrompere quasi sul nascere un progetto che prevedeva l’abbattimento - nel solo comune di Adria - di ben 202 piante protette, sia di contribuire, avviando le opportune procedure amministrative, in maniera decisiva al successivo reimpianto in situ. Doveroso il deferimento all’Autorità Giudiziaria dei responsabili per la violazione all’art. 181 comma 1 del D.Lgs 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). Si auspica altresì che l’intervento della Polizia Giudiziaria possa stimolare, come avvenuto in passato, le Autorità competenti ad imporre il reimpianto ed evitare l’ennesima perdita di valori paesaggistici di un luogo riconosciuto di notevole interesse pubblico.

Nessun commento:

Posta un commento