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mercoledì 23 dicembre 2020

Adria: Capigruppo Enrico Bonato (IBC) e Sara Mazzucato (SiAmoAdria): “minoranza irresponsabile e poco rispettosa”

È evidente l’irresponsabilità da parte dei consiglieri di opposizione nell’esprimere il loro voto al Piano Finanziario della Tari, esordiscono i capigruppo Enrico Bonato (IBC) e Sara Mazzucato (SiAmoAdria), sottolineando che i voti contrari della minoranza e il voto di astensione sul punto all'ordine del giorno, sono avvenuti dopo la lunga spiegazione dettagliata da parte dell’avvocato Monica Bettiol del Consiglio di Bacino, Valerio Frazzarin e Massimo Lentini di Ecoambiente, del funzionario comunale Serenella Barbon e dell’assessore Andrea Micheletti.
Un gesto irresponsabile quello dell’opposizione - ribadiscono i due capigruppo - fatto per togliersi da una situazione di imbarazzo politico. L'attuale Consiglio Di Amministrazione di Ecoambiente è infatti frutto di un accordo politico tra i partiti che sono rappresentati dagli attuali consiglieri di minoranza. Partiti che, in modo bipartisan, con una mano sostengono politicamente il Cda di Ecoambiente e con l'altra di fatto lo affossano, criticandone le scelte amministrative e gestionali. Abbandonare l'aula per futili motivi, durante un passaggio politico di vitale importanza, è un gesto irrispettoso verso i tanti cittadini che si aspettano che i propri rappresentanti siano all'altezza della responsabilità e del ruolo cui sono chiamati. L'aumento della Tari per il prossimo anno - precisa il Sindaco Omar Barbierato - è pertanto imputabile principalmente al metodo di calcolo applicato dall'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) che sta portando degli aumenti in tutta la provincia di Rovigo e solo marginalmente a scelte discrezionali operate da questa Amministrazione e da Ecoambiente, come relazionato dall’avvocato Monica Bettiol del consiglio di bacino (ad esempio la gestione della discarica Taglietto 0). Scelte, quelle intraprese dall'Amministrazione, volte a migliorare la qualità di vita dei cittadini, alcuni esempi sono: il recupero di rifiuti abbandonati che si traduce nell'applicazione del costo massimo della tariffa ad ogni intervento, come fosse indifferenziato/secco. Una vera e propria piaga, la raccolta e lo smaltimento dell'immondizia abbandonata, che avviene sistematicamente a cadenza settimanale, e va quindi ad incidere nella percentuale di smaltimento rifiuti, che classifica un comune più o meno virtuoso e avvicina l’ente pubblico al pagamento dell'ecotassa. L'introduzione delle guardie ecologiche, che oltre a sanzionare chi abbandona i rifiuti faranno azioni di controllo e informazione tra la cittadinanza. “Il dato in sé dei 120mila euro - conclude Barbierato - che andrà spalmato nelle bollette dei prossimi tre anni, si traduce (facendo una divisione media procapite), nell’aumento del 4% sulla Tari, di cui il 3,9% è componente aziendale: Istat 1.7,costi per smaltimento verde e umido e il recupero abbandono rifiuti”.

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