Si è concluso il week end
di eventi di “A Casa Mia”, nato dopo l’increscioso episodio alla
spiaggia di Sottomarina, dove il 18enne
adriese Pietro Braga, si è visto negare l’ingresso in uno stabilimento balneare, per via del colore della
propria pelle. Un week end organizzato dall’associazione delle famiglie adottive in azione sinergica con il comune della città
etrusca. A dare il via alla kermesse Venerdì pomeriggio, nella casa di tutti i cittadini, la mostra "il peso delle parole" di Andrea Dodicianni ” La performance consisteva nel raccogliere delle frasi di odio,-racconta
l’artista Andrea Dodicianni- lavoro fatto sotto forma di intervista alle
persone della città dove poi ho allestito l’installazione, raccoglierle,
metterle di fronte a un cadavere, detta in soldoni un manichino coperto da un
lenzuolo e davanti ad ogni manichino una frase. Un impatto forte. Il concetto
era mettere di fronte le persone al peso delle proprie parole, il risultato
oggettivo delle proprie parole.
Chiaramente questo, spesso, fa fare delle
considerazioni contrastanti. In questo modo, spero di combatterlo l’odio, non
con l’odio, ma semplicemente con la dimostrazione che ogni volta che si dice
una parola, bisogna soppesarla, bisogna
ragionarci, perché l’odio può far male, può uccidere, perché le parole,
soprattutto ad oggi con i social network, sono di uso comune, fanno male alle
persone”. Oltre all’installazione dei cinque manichini coperti da lenzuola bianche allestite nell’atrio di palazzo Tassoni, Dodicianni ha esposto “una piccola mostra
che raccoglieva i 10 insulti più pittoreschi, tra i circa 3.500 ricevuti dopo
la performance di Padova, scelti per originalità, simpatia e slancio creativo. I
fondi derivanti dalla loro vendita, andranno a sostenere “Odiare ti costa”,
iniziativa che punta a difendere e supportare legalmente le vittime di hate speach e bullismo online”. L'installazione di Dodicianni, nella giornata di Sabato è stata modificata dal consigliere Leghista Paolo Baruffaldi, che ha posizionato su quattro delle cinque finte salme, quattro bandiere tricolori e dei cartelli scritti(imprenditori, terremotati..) a mano, sopra alle targhette posizionate ai piedi dei manichini coperti la lenzuola, per poi lanciare sui social le foto del suo gesto scrivendo "Onore ai nostri cittadini che sono morti". Un atto di forza, quello fatto dal consigliere su un'opera d'arte contemporanea moderna, con lo scopo di porre l'accento sulle vittime italiane, ma i morti sono morti, non hanno colore, bandiera o stato. E a ribadirlo il primo cittadino " Di fronte alle tragedie e alla morte siamo tutti uguali. Dobbiamo ricordarcene anche da vivi e lottare contro le discriminazioni e chi crea differenze tra gli uomini. La provocazione innescata con la modifica all’installazione, è frutto della debolezza del fautore del gesto verso il problema. Un problema che non si risolve così. La cosa più triste è che tale gesto, volutamente fatto per porre l’accento politico su un’iniziativa apolitica di genitori adottivi, sia stato fatto per cercare visibilità in vista delle elezioni regionali .
"Credo che onorare i caduti italiani sia doveroso e sono pronto a farlo in ogni momento nei modi e nei tempi dovuti proprio per il rispetto che dobbiamo a loro. -ha detto il consigliere Lamberto Cavallari- Manomettere opere di altri, per quanto discutibile possa essere, è invece segno di una violenza intellettuale che non condivido e non mi appartiene, soprattutto se lo scopo è cercare consenso dopo che la si è ampiamente criticata".
Nel pomeriggio di Sabato, piena di significato la maratona di musica, condotta da Cristiano Roccato, nonostante le interruzioni di un disturbatore, poi sistemato con l'intervento della polizia locale. Sul palco di piazza Cavour alle performance musicali, si sono alternati gli interventi da parte di associazioni che si battono in difesa dei diritti umani, contro i pregiudizi e le varie forme di discriminazione, come Emergency, Amnesty International, i Volontarie senza barriere, famiglie aperte all’accoglienza, mamme per la pelle, Effatà, voci per la libertà e i testimoni diretti che hanno vissuto esperienze significative come appunto Pietro Braga. Ad esibirsi i Grace N Kaos ,vincitori del concorso Voci per la libertà di Amnesty International, Alice Roccato, Marco Andriotto, Andrea Cannatà, Riccardo Bellan e i Fresh Magma. A chiudere la maratona musicale la Jam Session formata da Cristiano Roccato, Luca Bellan e il Sindaco di Adria Omar Barbierato. A chiudere la serata il primo cittadino, che ha ringraziato tutti gli intervenuti e quanti si sono prodigati per la buona riuscita della tre giorni di eventi.
Fresh Magma- Gabriele Bonafè, Massimo Nonato
Andrea Viviani, Fabio Bondesani (foto di Gaia Augusti)
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