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domenica 21 luglio 2019

Adria:Ecco cos'è il civismo "ascoltare i bisogni del territorio e dare risposte ai giovani e all'elettorato che non vota"


 Adria: Ecco cos'è il civismo Veneto "ascoltare i bisogni del territorio, attraverso il confronto con i cittadini e dare risposte ai giovani e all'elettorato che non vota".   
 Per fare questo è stata avviata   la campagna di ascolto democratica "Il Veneto che vogliamo", la rete di cittadini e sindaci  sempre più uniti.


 Dopo Padova e Schio, ha fatto tappa all'ostello Amolara la terza tappa itinerante  de  "Il Veneto che vogliamo" .”Una campagna di ascolto per far partire l’idea del Veneto che vogliamo in maniera democratica, ascoltando i bisogni del territorio partendo dal basso, con l’ascolto di amministratori, realtà associative e cittadini-sono le parole del sindaco della città etrusca Omar Barbierato”

Una serata  promossa e realizzata dal movimento politico civico Impegno per Il Bene Comune di Adria, in sinergia con la coalizione di Padova e le altre realtà civiche  Venete, dove i relatori, sindaci, amministratori, rappresentanti di varie realtà associative, comitati e semplici cittadini, hanno parlato  per informare, discutere e  condividere con altre persone la storia del territorio e le battaglie comuni. Ad introdurre la serata la consigliera provinciale Sara Mazzucato   che in sinergia con il consigliere Federico Paralovo hanno curato nei particolari la tappa etrusca  dei civici. Tra gli  intervenuti  i sindaci dei comuni di Adria, Rovigo, Melara, Arquà Polesine, San Martino di Venezze, oltre a Leonardo Bonato, Nicola Rampazzo, Vanni destro,Arianna Pozzato, Gilberto Desiati, Elisa Corniani, Oriana Trombini, Patrizia Bartelle, Carlo Costantini, Claudio Turina, Vincenzo Roma, Cristiano Pavarin, Vincenzo Rossi, Silvia Menon, Enrico Bonato, Simone Mori, Giovanni Boldrin e Remo Agnoletto.

 Tra le tematiche trattate quelle ambientali,  socio sanitarie e sui trasporti calate sulle particolarità del territorio che si trovano davanti ad una sfida importante e culturale:quello di creare un modello che identifichi il civismo attraverso una rete di persone che vivono e condividono le problematiche generali, tenendo conto nel contempo delle peculiarità territoriali.

Un modello il civismo, che è emerso dalle parole del giovane  Thomas Crepaldi attraverso la metafora della foresta di canne di bambù. Una pianta che   cresce dal quinto anno dalla semina. Un periodo lungo ma necessario  perché le radici si espandono in senso verticale e soprattutto orizzontale. Una crescita che avviene con la buona strategia del coltivatore che cura le piante:le coltiva, le innaffia e comunica in modo diverso “perché sa  che puó comunicare in modo diverso per riuscire a farsi capire".
 "Quelle radici -spiega Crepaldi-sono i collegamenti tra le varie canne di bambú, ovvero tra i vari civismi che tra loro hanno un rapporto di mutuo soccorso e un rapporto di alleanza vero e forte. Una base forte da più potere per avere le grandi altezze. Dal quinto anno infatti, la canna di bambù cresce e lo fa in modo diverso, rapido, 60 cm al giorno fino a raggiungere i 25 metri di altezza”.

” Ora, -spiega Crepaldi-per quanto questa sia una metafora, le foreste di bambú hanno un proprietà fondamentale: una volta che la foresta è nata diventa infestante e nessuno riesce a fermarne la crescita e nel caso in cui qualcuno cercasse di tagliare qualche ramo, produce  il doppio[…]”Solo con l'ambizione  vincente e  una visione futura in un governo del paese, si riusciranno a fare le riforme che finora nessuno è riuscito a fare. Io parteciperó al civismo  che vorrà avere una visione chiara dove, se non riusciremo ad avere tutte le risposte, peró abbiamo il terreno fertile perchè le giovani generazioni possono farlo. Ad Adria ci sono molti giovani che stanno uscendo e che vogliono partecipare. Sono giovani che stiamo tutelando perchè non vogliamo bruciarli. Per questo dobbiamo dare   una risposta certa, chiara e visionaria  in certi punti sia ai giovani sia a quella parte dell’elettorato che non vota. Se non facciamo questo il civismo non ha senso di esistere".

Significativo  l'intervento di Lucia Pozzato del comitato terre nostre di Villadose con il suo excursus sulle vicessitudini del comune polesano che il prossimo anno andrà al voto.Un esempio di attuale politica lontana dai bisogni dei cittadini. A dimostrarlo le conseguenze  prodotte negli anni dalle 4 discariche, dagli allevamenti e da un insediamento produttivo.

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